LA MEMORIA: ARTE E ZEN DALL’UOMO PRIMITIVO AD OGGI

Ok, nel post precedente abbiamo fatto un parallelo tra il computer e il cervello umano. Ora approfondiamo con qualche esempio, come fa il nostro cervello a memorizzare i dati.

pronti?? ok, partiamo.

Noi non siamo molto diversi dal primo homo sapiens-sapiens che popolava la terra, abbiamo solo acquisito esperienza sia pratica che teorica.
Il cervello dell’homo sapiens-sapiens si è evoluto adattandosi ad un ambiente fondamentalmente selvaggio. Con il tempo e le civiltà ci siamo illusi di migliorare, di evolverci.

Con l’era atomica ci siamo illusi di essere diventati degli esseri superiori.

Peccato che ciò non sia.

Che ci piaccia o no, il nostro cervello è rimasto al livello dell’homo sapiens-sapiens, ovvero siamo in grado di memorizzare una strada (con le dovute eccezioni) o una poesia (le antiche cantilene che servivano a tramandare le nozioni allora note), ma non siamo predisposti a memorizzare sequenze di numeri, date e formule più o meno complesse (con le dovute eccezioni, altrimenti i geni non potrebbero esistere!).

Parliamo allora di MBT e MLT iniziando con il dire che non esiste solo una generica MBT, ma un insieme di memorie che si suddividono in:

memoria fotografica: chi è dotato di questa memoria ricorda molti (se non tutti) i particolari di una immagine anche a distanza di tempo. Un esempio è la memoria “eidetica”, tipica di molti bambini;

Memoria uditiva: vengono ritenute più facilmente i suoni qualsiasi essi siano;

Memoria motoria: è tipica di chi tende a conservare le impressioni di un movimento, tanto da non poter rappresentare un movimento senza riprodurlo interiormente; (1)

Ipotizziamo di dover memorizzare un dato qualsiasi.
La maniera per ottenere una memorizzazione sufficientemente lunga di ciò che abbiamo acquisito è dato dalla ripetizione del dato il più a lungo possibile.
Bisogna sottolineare che la memorizzazione è del tutto soggettiva e non dipende solo dalla quantità di ripetizioni, ma anche da altri fattori come ad esempio la motivazione. E’ evidente che se non troviamo “trasporto” per quanto dobbiamo memorizzare, la semplice tecnica della ripetizione non serve a nulla: in brevissimo tempo ci dimenticheremo quel dato.

«La memoria sensoriale mantiene l’informazione per un tempo brevissimo e invia l’informazione a specifiche aree cerebrali, corticali e sottocorticali [(corteccia, ippocampo, amigdale, cervelletto)]. L’elaborazione percettiva è il correlato psicologico dei processi sensoriali: percepire un oggetto vuol dire riconoscerlo in mezzo ad altri stimoli che lo circondano nell’ambiente. Perché la percezione diventi memoria è necessaria un’ulteriore elaborazione, che implica elaborazione ed utilizzo delle nuove conoscenze (memoria a breve termine), che a sua volta può essere immagazzinata e conservata in memoria a lungo termine.» (Fiandaca, 153).
Per cui la MBT trattiene le informazioni per brevissimo tempo, dopodichè, se non interviene un fattore come lo studio e la ripetizione, le informazioni vengono eliminate.

Lo psicologo tedesco H. Ebbinghaus (Barmen, 24 gennaio 1850 – Breslavia, 26 febbraio 1909) valutò, con una serie di esperimenti, il numero di prove e il tempo necessari per l’apprendimento di una serie di liste composte dallo stesso numero di sillabe senza significato. Attraverso questa strategia fu possibile stabilire una “curva di acquisizione” (2), che esprime il rapporto esistente tra la lunghezza delle liste di sillabe ricordate e il numero di presentazioni (ripetizioni) necessarie a che le sillabe siano ritenute in memoria.
Ebbinghaus, il quale svolse la maggior parte di questi studi su sé stesso, valutò inoltre la forza o il perdurare di un particolare ricordo attraverso il “metodo di economia”, o del risparmio nel riapprendimento: esso consentiva di tracciare una curva dell’oblio, basata su una valutazione del numero delle prove necessarie a riapprendere liste di sillabe senza senso memorizzate in precedenza e il cui ricordo si è affievolito.

Da un punto di vista mnemonico, la memorizzazione si compone di tre momenti fondamentali:

1) acquisizione: entra in gioco la MBT che immagazzina momentaneamente i dati da memorizzare;

2) ritenzione (conservazione o archiviazione) delle stesse informazioni acquisite: quando le informazioni sono state ripetute e comprese si ha il passaggio dalla MTB alla MLT;

3) recupero (ricordo o rievocazione) di quanto è stato conservato nella MLT.

Il problema resta solo uno: una volta effettuata la ritenzione, come posso, anche a distanza di tempo, recuperare con esattezza l’informazione? Per fare ciò è necessario sapere esattamente dove ho posizionato l’informazione, ma per fare ciò devo ripeterla, ripeterla, ripeterla per lungo tempo…

Prima di lasciarti ti propongo un test molto semplice. Leggi questi numeri per un tempo brevissimo

5, 2, 6, 12, 3, 9, 7, 24, 8, 10

coprirli e cercare di riscrivere la maggior quantità di numeri che si ricordano.
Nello stesso modo provate con le seguenti parole (sempre per un tempo brevissimo)

piatto, pane, farina, grano, soldi, denaro, olio, aceto, insalata, piatto

come prima, cercare di riscrivere la maggior quantità di parole che si ricordano.

Se riprovi per una settimana una volta al giorno, vedrai che alla fine della settimana avrai imparato la sequenza di numeri e parole senza problemi.

Nel prossimo post proseguiremo in questo viaggio intorno alla memoria e alle tecniche di memorizzazione.

Dimmi cosa ne pensi di questo articolo.

Se hai domande ponimele, anche se a te sembrano stupide; ricorda quello che diceva il mio professore di Analisi I: “non esistono domande stupide ma stupidi che non domandano” 🙂

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(1) Gulì M.F.- Memorizzazione, Strategie di Apprendimento e Appunti – Modulo 8, Firenze.

(2) In internet si trovano molte versioni del grafico della curva di acquisizione.

Pubblicato da meramente

Mauro Messina ha insegnato dal 1985 al 1990 matematica e fisica presso il Centro Studi "La Scuola", dal 1991 al 2008 fisica e Scienza delle costruzioni presso la scuola privata "Arcadia". E', dal 2007, Vicepresidente dell'Associazione A.R.S. - Jesi (AN) dove tiene corsi di matematica e fisica. E' un Mind Performer con specializzazione sullo Studio Scolastico.