STUDIARE LE LINGUE: LA GUIDA COMPLETA

Noi italiani siamo fortunati.

Nella nostra terra è nata la lingua che è stata parlata per oltre 1000 anni in tutta Europa: il latino.
Poi, lentamente, sono cresciute e si sono affermate lingue che sono nate dalle profonde radici del latino: le lingue romanze (francese, spagnolo, portoghese). Altre sono state profondamente influenzate dal latino (tedesco, rumeno).
Nel contempo nella nostra testa di italiani doc è rimasto il ricordo che la nostra lingua era, un tempo, parlata in tutto l’Impero Romano…peccato che tale impero sia finito più di mille anni or sono. Per cui noi rimaniamo esclusi dalla conoscenza che ci viene data dalla lettura diretta di testi stranieri (1).
E’ ora di cambiare direzione anche in questo ambito e imparare a studiare le lingue straniere, qualunque esse siano.
Ah, non vale il teorema secondo cui più si diventa anziani più si ha difficoltà a imparare una lingua straniera. Guardate gli stranieri dell’Est che vengono in Italia, magari a 30 o 40 anni, senza conoscere una sillaba di italiano e dopo qualche mese parlano talmente bene la nostra lingua che sono in grado di lavorare senza troppi problemi…Proviamo ad imparare dagli stranieri invece di renderci ridicoli agli occhi di tutti!

Sei pronto per parlare di lingue straniere? Ok, partiamo…

Innanzitutto diciamo che ci dovremo attenere ad una scaletta di fondamentale importanza:

– Motivazione;
– Destrutturazione;
– Musicalità;
– Interazione.

Motivazione.
La prima cosa fondamentale è la motivazione. Creati un obiettivo e cerca di raggiungerlo con tutte le tue forze.
E’ d’altro canto inutile studiare Hindi se poi non lo userai mai. Per cui scegli una lingua che, sicuramente, ti interessa e che ti serve per qualche motivo tuo privato.
Mantieni sempre alta la motivazione che ti ha spinto a scegliere quella lingua in particolare e non mollare mai.

Destrutturazione.
Il lavoro di studio della lingua passa attraverso l’analisi delle strutture linguistiche e delle somiglianze tra l’italiano e la lingua scelta.
Facciamo un esempio pratico.
Se prendiamo le parole italiane che finiscono in -zione sono simili anche nelle lingue straniere che derivano dal latino. Vediamo alcuni esempi

Italiano                francese          inglese           spagnolo                 portoghese
Na-zione              Na-tion            Na-tion            Na-ción                      Na-ção
Fa-zione              Fac-tion           Fac-tion           Fac-ción                    Fac-ção
Informa-zione    Informa-tion   Informa-tion   Informac-ción          Informa-ção

Come possiamo vedere, ci vuole poco a sapere a memoria all’incirca un centinaio di parole in 5 lingue, italiano a parte, straniere.

Un altro particolare da sottolineare è la struttura della frase. Essa può essere del tipo Soggetto-Verbo-Complemento oggetto (SVO) oppure del tipo Soggetto-Complemento oggetto-Verbo (SOV).

Un ultimo particolare è che SOLO in italiano, spagnolo, portoghese, rumeno si mette l’aggettivo dopo il nome (la scatola blu); si invertono le posizioni solo per enfatizzare o dare una particolare sfumatura alla frase. La “casa vecchia” ha un sottile significato diverso da la “vecchia casa”.
In tutte le altre lingue PRIMA l’AGGETTIVO, DOPO il NOME: the blu box (inglese), das rote Auto (tedesco), sarkanu automašīnu (lettone), красный автомобиль (russo).
Dividiamo dunque le lingue di derivazione sassone e nordica, dalle lingue di derivazione latina.

Musicalità.
Tutte le lingue sono una musica. Non ci soffermiamo mai a pensare a questo particolare, ma quando parliamo “cantiamo”. Se ci pensi, quando senti un errore di grammatica, tu in realtà non sai la regola, ma senti che qualcosa, nella musicalità, stride e ti da fastidio.
Gli inglesi portano al limite tale “dolore uditivo” facendoti ripetere una frase o una parola, ma evidentemente loro sono delicati d’orecchio…
Per cui abituati a sentirti “cantare” nella lingua che stai studiando. Nel momento in cui ti rendi conto che la “musica” che le tue corde vocali emettono, stona, allora saprai che hai commesso un errore di grammatica.

Interazione.
Arrendiamoci al fatto che siamo nel XXI secolo! Internet è tutto intorno a noi e ci possiamo trovare di tutto.
Per imparare una lingua sul serio è necessario anche ascoltarla, anche se non si capisce che qualche parola. Su Youtube.com trovi un sacco di video in lingua inglese, tedesca, francese e quant’altro. Ascoltali almeno un’ora al giorno. Se hai la parabola puoi ascoltare reti straniere come la BBC, le televisioni arabe, turche, giapponesi, cinesi ecc…è vero, gli speaker parlano a macchinetta, ma con la costanza a la motivazione arriverai a capire l’80% di quanto viene detto.
Da ultimo Facebook. E’ probabile che esistano, sparsi per il mondo, delle famiglie che hanno il tuo stesso cognome. Tramite Facebook la potrai trovare e, una volta fatta amicizia, potrai anche contattarle via Skype e potrai parlare, divertendoti, la tua nuova lingua.

Per quanto riguarda la memorizzazione delle parole è possibile utilizzare l’associazione di idee riferita al suono della parola e con la tecnica dei loci è possibile crearsi ex-novo un dizionario personalizzato a cui attingere nel momento in cui utilizziamo la lingua studiata.

Ricordate che un bambino delle elementari conosce una media di 2000-2500 parole; nemmeno un adulto laureato utilizza più di 3000-4000 parole. Per cui se arrivi ad un vocabolario di 2500-2800 parole sai parlare una lingua.

 

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(1) Anche del latino! Anche se la maggior parte degli studenti e certi professori (!), affermano che il latino sia una lingua morta, essa è parlata da 930 milioni di esseri umani (fonte:http://www.repubblica.it/scuola/2016/08/10/news/salviamo_il_latino_la_lingua_piu_parlata_del_mondo-145729358/) e non sono solo i rappresentanti della chiesa Cristiana, ma anche normali persone. Dunque non è certamente una lingua morta, anzi…

Pubblicato da meramente

Mauro Messina ha insegnato dal 1985 al 1990 matematica e fisica presso il Centro Studi "La Scuola", dal 1991 al 2008 fisica e Scienza delle costruzioni presso la scuola privata "Arcadia". E', dal 2007, Vicepresidente dell'Associazione A.R.S. - Jesi (AN) dove tiene corsi di matematica e fisica. E' un Mind Performer con specializzazione sullo Studio Scolastico.