ACRONIMI VS ACROSTICI

Un nuovo punto da mettere nel sacchetto…Pronto? OK, parliamo di ACROSTICI.

Cosa è ora un Acrostico?

L’acrostico (dal greco a akróstichon, composto di ákros, «estremo» e stíchos, «verso») è un componimento poetico di cui le prime sillabe o le prime lettere iniziali di ciascun verso formano in verticale una parola, un nome, una frase.
L’acrostico nasce come metodo per la memorizzazione di semplici informazioni. Il momento più alto dell’acrostico è da ricondurre all’epoca rinascimentale e medievale.
Nella letteratura italiana molto famoso è l’acrostico costituito dai capoversi delle terzine dell’Amorosa visione con cui il Boccaccio dedicò l’opera a Maria d’Aquino.
L’esempio più alto è quello relative alle note musicali. Gli attuali nomi delle note in uso nei paesi latini risalgono al XI secolo e la definizione del loro criterio e del loro nome è attribuita a Guido d’Arezzo; corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti dell’inno Ut queant laxis:

Ut queant laxis        Affinché possano
Resonare fibris        cantare con voci libere
Mira gestorum        le meraviglie delle tue azioni
Famuli tuorum        i tuoi servi,
Solve polluti        cancella il peccato
Labii reatum,        dalle loro labbra indegne
Sancte Iohannes        o santo Giovanni

Nel XVI secolo la settima nota riceve il suo nome definitivo (si, dalle iniziali di Sancte Iohannes) e nel XVII secolo in Italia la nota ut viene sostituita con il nome attuale do, da una proposta del musicologo Giovanni Battista Doni: formalmente la sillaba venne considerata difficile da pronunciare e sostituita da quella iniziale di Dominus, il Signore. In Inghilterra invece il DO rimase UT.

Un altro simpatico esempio è dato da:

Vivere
Intensamente
Trasmettendo
Amore

che racchiude la parola VITA.

Altri esempi di acrostici dell’antichità si rinvengono con la Bibbia, ad opera del profeta Geremia, con il Libro delle Lamentazioni, i cosiddetti Salmi alfabetici in cui l’inizio di ogni verso presenta, nell’ordine, tutte le lettere dell’alfabeto (Salmi 25, 34, 119).

Sono definiti acrostici anche i termini che risultano dalle lettere iniziali di singole parole anziché di versi: l’esempio più noto è l’acrostico cristologico IΧΘΥΣ, pesce, costituito dalle iniziali della formula Ἰησοὺς Χριστὸς Θεοῦ Υἱὸς Σωτήρ, (Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio).

Celebre è anche la scritta Viva V.E.R.D.I. che alcuni patrioti italiani avrebbero scritto sui muri di Modena durante i moti risorgimentali del 1859, per dissimulare l’acclamazione (Viva) Vittorio Emanuele Re D’Italia.

Come si può vedere la differenza tra Acronimo e Acrostico è molto sottile. Ma il risultato può essere stupefacente e consentire di memorizzare parole e frasi senza troppe difficoltà.

Si, ok, tutto bello e simpatico, ma come faccio poi a ricordarmi tutte le poesie, frasi e quant’altro? Altro che semplificazione nello studio, si fa uno sforzo enorme per memorizzare e tenere in memoria tutto quanto!!

Domanda lecita, ma conclusione imperfetta 😉

Nel prossimo post spiegherò la tecnica fulcro su cui si basa tutta la tecnica di memorizzazione per lo studio e per il diletto di conoscere.

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Pubblicato da meramente

Mauro Messina ha insegnato dal 1985 al 1990 matematica e fisica presso il Centro Studi "La Scuola", dal 1991 al 2008 fisica e Scienza delle costruzioni presso la scuola privata "Arcadia". E', dal 2007, Vicepresidente dell'Associazione A.R.S. - Jesi (AN) dove tiene corsi di matematica e fisica. E' un Mind Performer con specializzazione sullo Studio Scolastico.