La Psicologia della Musica

E’ da tanto che non ci sentiamo, tutto perché il lavoro e lo studio mi hanno assorbito parecchio 🙂
Ma siamo ancora qui e oggi con questo post parliamo di come agisce la musica sulla psicologia dell’essere umano.

Ti sei messo comodo? Sei pronto? Allora partiamo…

Ci sono parecchi motivi sul perché ci incantiamo ascoltando una suite di Mozart oppure un brano degli AC-DC.
Dozzine di recettori nella nostra mente rispondono a differenti aspetti musicali quali tono, ritmo, parole determinando le qualità di un brano che ci piace oppure che odiamo.
Non permettere che la musica “ti entri da un orecchio e ti esca semplicemente dall’altro” senza comprendere i benefici che essa ci offre e l’importanza dell’educazione musicale.

Come entra la musica nel nostro cervello?
Innanzitutto vediamo come funziona “l’ascolto” della musica, ovvero come la musica entra nel nostro cervello.
La musica è originata da vibrazioni che formano delle onde sonore che si propagano attraverso l’aria per compressione e rilassamento delle molecole di aria stessa.

la struttura anatomica dell'orecchio umano.
la struttura anatomica dell’orecchio umano.

L’orecchio esterno “cattura” le onde sonore e le dirige all’interno del canale uditivo dove esse raggiungono il timpano prima di passare nell’orecchio medio. Il timpano è una specie di tamburo che vibra quando viene colpito da un’onda sonora.
Nell’orecchio medio ci sono tre ossicini (staffa, martelletto, incudine) che, sotto l’azione del timpano, si muovono trasmettendo la vibrazione un fluido presente nella còclea (orecchio interno). Questo movimento stimola dei nervi piccolissimi che convertono l’onda sonora in impulsi elettrici.
A questo punto gli impulsi elettrici vengono trasmessi attraverso il nervo uditivo (nervo craniale VIII) al cervello.

Le parti del cervello che sono coinvolte dalla musica
La musica coinvolge più parti del cervello rispetto a ogni altra funzione che l’essere umano può utilizzare.
Nella fattispecie avremo che:
– La TONALITÀ coinvolge: la corteccia prefrontale, il lobo temporale e il cervelletto (in generale);
– Il RITMO coinvolge: la corteccia frontale, la corteccia parietale sinistra, la parte destra del cervelletto;
– Le parole delle canzoni: l’area di Werniche, le aree di Broca (dipende dal tipo di musica), la corteccia visuale (costruzione di immagini), corteccia motrice (chi riesce a non battere il piede o le mani quando ascoltiamo un brano, anche se non ci piace! Fate una Osservazione Scientifica… 😉 );

La risposta di tutte queste sollecitazioni è EMOZIONALE.

Ci sono altri effetti sul nostro cervello? E se si quali sono?
Si, ci sono e sono molto importanti.
Iniziamo con il dire che, a lungo andare, la musica aumenta le capacità di linguaggio, la creatività e la felicità.
E’ noto che la musica aiuta a migliorare alcuni disordini neurologici come Alzheimer, Parkinson, la sindrome di Tourette [1] e l’autismo.
Ha un potere curativo sull’ansietà, velocità di recupero in convalescenza, aumento dell’ottimismo e diminuzione il dolore.

Musiche particolari
Ci sono specifiche ritmi di onde cerebrali che sono associate con specifici comportamenti emozionali e cognitive. Collegando determinate musiche con specifiche onde cerebrali si induce la persona a particolari risposte o stati mentali.
Onde Gamma (30/34-100Hz): la frequenza ottimale per le funzioni cerebrali. Questa onda è associata con l’aumento della compassione, maggiore consapevolezza della realtà e aumento delle abilità mentali. Si ritrova in tutte le parti del cervello e serve come un meccanismo di collegamento tra le parti del cervello.
Onde Beta (12-30Hz): le onde più basse aiutano alla concentrazione e alla vigilanza. La mancanza di basse onde sono associate a disordini: iperattività, dipendenza, disturbo ossessivo-compulsivo e ansietà.
Le onde più alte generano stress, ansietà.
Onde Alfa (8-12Hz): si verificano quando si ha rilassamento e “sogni ad occhi aperti”, stati di conoscenza senza sforzo (i bambini giocano in onde alpha). La serotonina[2] inizia a fluire quando le onde alfa raggiungono una frequenza di 10Hz.
Onde Teta (4-8Hz): si verificano quando la mente è disimpegnata dagli “affanni” giornalieri, quando ad esempio dormiamo (fare REM), quando raggiungiamo la profonda meditazione, quando siamo ipnotizzati.

Una curiosità: il pianeta Terra (Gaia) risuona ad una frequenza Teta pari a 7,83Hz.

Onde Delta (0-4Hz): è l’attivita cerebrale più bassa; avviene durante il sonno senza sogni. Tali onde sono state osservate prevalentemente nei neonati e raramente si verificano negli adulti.

L’importanza della musica per l’educazione
Sottolineiamo che gli studenti di musica ricevono premi migliori rispetto a chi non studia e suona musica (secondo gli ultimi studi degli scienziati americani).
Nello stesso modo, molti studenti di musica scelgono di fare un percorso nelle discipline mediche.
L’allenamento alla musica è migliore di quello al computer e questo fa in modo che i bambini migliorino i ragionamenti astratti.
Lo studio della musica abbassa il grado di aggressività dei giovani.

In conclusione…la musica, ovvero lo studio, l’ascolto e il suonare migliora la nostra vita sotto molti punti di vista.

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[1] vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Tourette
[2] vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Serotonina

Pubblicato da meramente

Mauro Messina ha insegnato dal 1985 al 1990 matematica e fisica presso il Centro Studi "La Scuola", dal 1991 al 2008 fisica e Scienza delle costruzioni presso la scuola privata "Arcadia". E', dal 2007, Vicepresidente dell'Associazione A.R.S. - Jesi (AN) dove tiene corsi di matematica e fisica. E' un Mind Performer con specializzazione sullo Studio Scolastico.