8 STRATEGIE PER INSEGNARE PIANOFORTE A STUDENTI CON ADHD

Molti insegnati di musica si trovano davanti a studenti affetti da problematiche ADHD e sappiamo quanto sia difficile gestire un bambino che, suo malgrado, non riesce a stare fermo e a concentrarsi a lungo.
Ma possono anche essere studenti incredibilmente meravigliosi e gratificanti se noi, come insegnanti, facciamo lo sforzo di adeguare le nostre lezioni per soddisfare le loro esigenze.

Questo è un territorio inesplorato per molti di noi. E mentre alcuni insegnanti di pianoforte possono avere la possibilità di selezionare i loro studenti, altri insegnanti non lo possono fare. Altri ancora si sentono fortemente interessati a dare a tutti i bambini l’opportunità di sperimentare il pianoforte.

Questo post è per tutti gli insegnanti che potrebbero essere alle prese con uno studente ADHD e che sono sinceramente interessati a dare loro l’opportunità di crescere e gustare il piacere della musica.

Se sei tra questi ultimi allora ti potranno interessare alcuni consigli che ti potranno tornare utili nello svolgimento delle tue lezioni.
Quindi, ecco 8 strategie per insegnare lezioni di pianoforte agli studenti con ADD o ADHD.

1. Il vecchio è una buona cosa 🙂

Potresti essere l’insegnante più interessante, unico/a e innovativo/a in città, ma non essere nessuno quando si tratta di questi studenti…
E’ bene avere una struttura chiara delle lezioni, ovvero essere in qualche modo “prevedibile”. Avere una routine settimanale rende più facile a questi ragazzi prosperare perchè una delle cose importanti per ottenere dei risultati è sapere cosa esattamente cosa aspettarsi ogni volta.
Utilizza i grafici come elementi visivi per rappresentare la struttura della tua lezione e attieniti al grafico ogni settimana.

2. Sii fermo, ma gentile

Sii chiaro con le tue aspettative e rafforzale, di lezione in lezione, gentilmente.
Questo è più facile a dirsi che a farsi!
C’è un equilibrio che devi trovare in modo che il tuo studente di piano rispetti le consegne e si diverta.
Evita di far sentire che essi ti piaciono tanto da perdere il controllo della lezione: a loro piacerai di più se si sentiranno sicuri nel sapere che tu sei l’unico responsabile sicuro di se’ e delle tue capacità.

3. Rendi le tue istruzioni chiare

Mantieni il tuo insegnamento semplice. Spiega esattamente cosa vorresti che facessero in un modo che non lasci spazio all’interpretazione. Ad esempio “Iniziamo dall’inizio” (dove dovrebbe essere l’inizio per te o per il bambino?) sarebbe meglio dire “Facciamo suonare insieme le mani di (nome del bambino) cominciando proprio qui (e indico con il dito il punto di partenza)”.
Cerca il contatto visivo quando dai istruzioni … e ottieni un riconoscimento verbale da loro, segno che ti hanno sentito e capito (va bene è una bella parola!).

4. Premi e conseguenze

Scegli dei premi che i bambini si possono guadagnare per aver completato determinati compiti durante la lezione di piano.
Questi premi non hanno bisogno di essere dolcetti o caramelle (non sono animali a cui bisogna rafforzare il comando dando un premio commestibile!!), ma piuttosto l’opportunità di giocare a un gioco di teoria preferito, un duetto preferito ecc… Trova qualcosa che il bambino ama molto fare e offrirlo come ricompensa per aver eseguito chiaramente e correttamente la consegna affidatagli. Se scelgono di non eseguire la consegna, la ricompensa non la ricevono quella settimana, ma ricorda loro la possibilità di riprovare la prossima volta. Cerca di catturarli facendo qualcosa di positivo il più spesso possibile e di dire loro cosa ti piace di quello che stanno facendo. Una “pacca sulla spalla”, alle volte, fa molto più di quello che ti aspetti…

5. Scegli le tue battaglie

Sì, il suo comportamento può essere fastidioso, ma se è minimo e non influisce sull’apprendimento in quel momento, fallo scivolare via. Può diventare estremamente scoraggiante per un bambino se sente costantemente “Stop” … “No” … “Non farlo”.
Salva quelle parole per quando hai veramente bisogno di loro e avranno un impatto molto maggiore.
In realtà questa ultima affermazione vale anche per bambini che non sono ADHD…peccato che spesso i genitori non dicano queste parole affatto o le dicano a caso, ovvero quando non dovrebbero dirle.

6. Elimina le distrazioni

Elimina qualsiasi cosa dal tuo studio che potrebbe essere fonte di distrazione. soprammobili, piccoli giocattoli, astucci per le matite … tutti “chiamano” il tuo studente e finisci col trascorrere il tempo della lezione di pianoforte ad allontanarli dalla distrazione con il risultato che alla fine tu sei frustrato e loro idem… È molto più facile non avere distrazioni lì in primo piano. Attento, se hai un pianoforte a coda non tenerlo aperto … il piano stesso è spesso una distrazione!👿

7. Lasciarli sperimentare spesso il successo

Stabilisci obiettivi piccoli e realistici che consentano al tuo studente di sperimentare frequentemente il successo.
Rendi gli obiettivi realizzabili e festeggia quando li realizzano. Coinvolgi i suoi genitori in questo processo in modo che la sensazione di successo continui anche a casa. Non misurare la pratica del piano fatta a casa per minuti, ma piuttosto per abilità (bravo, sei riuscito a suonare un ritmo con la mano sinistra ed un altro ritmo con la mano destra…).

8. Sii il loro riferimento

Hai l’opportunità di essere il “raggio di sole” del tuo studente ogni settimana.
Sii un modello di comportamento coerente, gentile e comprensivo, puoi avere un grande impatto sulla vita del tuo studente. È gratificante essere un insegnante di pianoforte. È profondamente gratificante sapere che il tuo studente non avrebbe avuto il pianoforte e la musica nella sua vita … se non fosse stato per te.
Impegnati sempre al massimo per dare il massimo ai tuoi studenti, la ricompensa sarà enorme.

Da ultimo, cerca un testo di musica che sia in stile fumetto o che contenga molte immagini divertenti (se hai tempo e sei capace, scrivilo tu stesso). Le immagini, la storia divertente, i fumetti attrarranno i bambini che studieranno la teoria e la musica in generale con più voglia e piacere 🙂

Se pensi che questo articolo possa essere utile a qualcun altro
ti chiedo di ripagare il mio impegno condividendolo con il tuo pubblico
e facendo si che sia utile anche ad altri 😆

Pubblicato da meramente

Mauro Messina ha insegnato dal 1985 al 1990 matematica e fisica presso il Centro Studi "La Scuola", dal 1991 al 2008 fisica e Scienza delle costruzioni presso la scuola privata "Arcadia". E', dal 2007, Vicepresidente dell'Associazione A.R.S. - Jesi (AN) dove tiene corsi di matematica e fisica. E' un Mind Performer con specializzazione sullo Studio Scolastico.